E' già trascorso il primo mese del 2014 e alcune considerazioni sulla situazione economica e dei mercati sono opportune.
QUADRO FONDAMENTALE
In EUROPA Draghi ha
dichiarato:
1°) che la BCE proseguirà la sua politica monetaria espansiva per tutto
il tempo necessario a sostenere la ripresa, conseguentemente i tassi resteranno bassi ancora per un
lungo periodo di tempo;
2°) che la BCE potrebbe
comunque intervenire in caso di :
Ø
un rialzo ingiustificato
dei tassi del mercato monetario, sotto pressione per il tapering
della FED e per la riduzione di liquidità collegata al crescente rimborso, da
parte delle banche europee , dei prestiti acquisiti con le due LTRO (ne restano
meno del 50% dei 1.000 mld di euro erogati, di questi il 75% è in mano a banche
portoghesi, spagnole e italiane);
Ø
un peggioramento dello scenario dell'inflazione, che la stessa Bce
prevede nel 2014 in calo all'1,1% (dall'1,4% del 2013) e poi in lieve rialzo nel
2015 all’1,3%, quindi nessuna deflazione “stile Giappone anni 90”come molti
economisti e lo stesso FMI temono;
3°) che “la
crisi non è finita, la ripresa è debole, modesta e fragile”
Quali le possibili manovre di
intervento?
Ø
Una nuova riduzione del tasso di rifinanziamento, già sui
minimi storici, dallo 0,25% allo 0,15% oppure allo 0,10%.
Ø
Tassi negativi sui depositi dell'Eurosistema.
Ø
Una nuova versione di LTRO
Ø
l'avvio di acquisti di asset backed securities , come fatto
dalla FED e della BoE con discreto successo (il denaro è arrivato anche alle
imprese e alle famiglie e non si è fermato alle banche)
Ciò porterebbe ad un ulteriore
scivolamento (probabilmente l’ultimo) dei tassi dei bond europei.
ITALIA
Le banche italiane sono piene di
nostri titoli; oltre 400 miliardi con un aumento di quasi il 100% grazie alle
risorse acquisite dalle operazioni LTRO della BCE , delle quali ne sono state
rimborsate solo il 25%.
Se questo ha consentito, nel pieno
della crisi dei debiti sovrani, di sorreggere la nostra offerta di BTP,
impedendo il default del nostro Paese (bastano un paio di aste semi-deserte), ciò
rappresenta un rischio per il sistema creditizio, e dunque per l'intera
economia italiana; restano alcuni problemi
1°) bassa patrimonializzazione
a causa dell’alto ammontare (300 mld) di crediti deteriorati; in vista dell’avvio
degli stress test per valutare le loro solidità in situazioni di crisi estrema,
molte banche italiane hanno annunciato aumenti di capitale (stima 7 miliardi) per
rafforzarsi deprimendo le proprie quotazioni borsistiche;
2°) business orientato
al trading piuttosto che alla concessione di credito per imprese e famiglie; la domanda di mutui è
crollata negli ultimi tre anni (-19% nel 2011, -42% nel 2012 e -4,3% a novembre
2013) e se lo spread è vicino ai livelli dell’estate 2011 i mutui non hanno lo
spread di allora (1%) ma il triplo (medio 3%)
3°) redditività insoddisfacente che imporrà al nostro
sistema bancario pesanti e incisive ristrutturazioni (acquisizioni,
incorporazioni e fusioni)
La produzione industriale ha
ricominciato a crescere a novembre (+1,4%) e anche a dicembre (+1,3%) dopo 26
mesi consecutivi in negativo, la più lunga recessione del dopoguerra, ma è comunque
scesa del 25% dall’inizio della crisi e dal picco del 2007 il nostro Pil è
calato del 9% ; a sostenere la produzione è quasi esclusivamente l’export, i
consumi interni sono asfittici causa il calo del reddito reale delle famiglie
(-10% in 6 anni) e la crescente e altissima disoccupazione (12% , ai massimi
dal 1977), mentre la spesa pubblica sotto continui tagli da spending review non
aiuta il sistema.
L’inflazione del 2013 è in
calo all’1,2% , il minimo da 4 anni, ma il debito pubblico è ancora alto al 130% (2.068 miliardi) con un + 6%
rispetto al 2012; il 2014 si preannuncia come un anno di grosse emissioni
(circa 400 MLD) e, per ora, i costi del rifinanziamento sono bassi; le aste di
gennaio sono andate bene, soprattutto nelle duration a breve, con i CTZ
(all’1,03%) , i BTP a 3 (al 1,51%) e i BTP a 5 (2,43%) tutti ai minimi storici; le attese degli operatori sono per una
riduzione dei tassi sul BTP decennale al 3,7% e dello spread a 170-180, quindi
ormai dovremmo essere arrivati al pavimento.
Sul MERCATO OBBLIGAZIONARIO
> in USA i T-BOND a 10
anni sono saliti dall’1,62% del 2 maggio al 3% , il 2013 con una delle peggiori
performance della storia; - 2,6%, una dei tre cali più significativi dal 1973;
> i tassi sui titoli dei Piigs e i corporate bond europei sono ai minimi grazie alla forte domanda alimentata dalla liquidità dei QE e in uscita dai paesi emergenti.
Gli investitori non sentono più nessuno
il rischio di distruzione dell'euro e proseguono la folle caccia al rendimento
ma i rischi non mancano:
1°) Perché i PIIGS non hanno fatto molte riforme strutturali;
2°) Perché la
disoccupazione è ancora alta (media 12%, con punte di 26% in Spagna)
3°) Perché ci sono
crescenti tensioni sociali (che potrebbero manifestarsi anche alle elezioni
europee)
4°) Perché siamo in
clima di disinflazione se non di deflazione .
5°) Perché si sente puzza di bolla.
i
tassi dei bond periferici sono vicini ad un minimo e potrebbe avviarsi il
decoupling dei tassi tra EU e USA, a favore della zona euro.
In USA si è avuta:
Ø
la conferma della
crescita economica, il PIL del 4° trimestre 2013 è aumentato del 3,2%, il secondo semestre dello scorso anno è stato
il migliore dal 2003 e le prospettive sono positive anche per il 2014 (PIL in
aumento tra il 2,8% e il 3,2%)
Ø
la conferma della disoccupazione in calo al 6,7%, livello minimo da 5 anni
Ciò ha indotto la Federal Reserve a
proseguire nel tapering, ovvero nella riduzione degli stimoli monetari,
approvando una ulteriore riduzione di 10
miliardi del QE (la seconda in due mesi) e nella forward guidance, ovvero
nella promessa di tassi a zero fino al 2016.
Con questo cambio di strategia nella
politica monetaria della FED, meno accomodante, è normale che il rendimento dei
Treasury stia salendo e il dollaro si stia apprezzando mentre è meno scontato
che la borsa continui a salire oltre i massimi storici (Bernanke, in uscita, ha
dichiarato che non esiste il pericolo di bolla ma ovviamente non è credibile,
avendola lui stesso alimentata oltre misura)
PAESI
EMERGENTI
Pochi giorni dopo che
il FMI aveva messo in guardia sul rischio che, causa il tapering della FED, il
deflusso di capitali potesse scendere anche del 50%, è salita la febbre sui paesi emergenti.
In realtà la fuga dei
capitali dai Paesi in via di sviluppo era già iniziata lo scorso anno quando si
è registrato un deflusso dai fondi azionari e obbligazionari di 59 Mld di
dollari (nel 2012 + 119 Mld) a favore dei fondi azionari di Giappone, Usa ed
Europa (2013 = + 378 mld; 2012 – 121
mld)
Il rischio è che si apra la terza fase della crisi
finanziaria globale; dopo
quella USA e quella Europea, quella verso i paesi emergenti
Il Giappone attiva la terza grande manovra; quella della deregulation
(liberalizzazioni del settore dell'energia e deregolamentazione del Fondo di
investimento pensionistico pubblico che gestisce 1200 Mld di $) e delle riforme
strutturali , entrambi molto difficili in un Paese più ingessato del nostro.
Abe
aumenterà la tassa sui consumi all’8% ma taglierà le tasse sulle imprese del
2,4% e spinge per un aumento dei salari per sostenere la domanda interna, tanto
ben venga una crescita dell’inflazione.
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In conclusione, salvo acuirsi di crisi valutarie, emergenti o altro, i mercati azionari dovrebbero, almeno nei primi 2 o 3 trimestri, sovraperformare quelli obbligazionari (nella consapevolezza che il rischio di investimento è comunque superiore).
QUADRO TECNICO
Le principali borse mondiali hanno raggiunto un top temporaneo e sono tutte in correzione.
I mercati americani, che stanno da quasi 5 anni trainando il resto del mondo, non sembrano ancora aver raggiunto il top di grado Cycle (ammesso che lo scenario alternativo non prevalga sul preferito) e dopo l'attuale pausa sono lanciati verso quota 2000 l' SPX e quota 4000 il Nasdaq 100 .
In Europa, l'indice FTSE100 della borsa inglese sembra che stia completando l'onda D Cycle di un enorme triangolo (l'eventuale breakout rialzista avvalora lo scenario alternativo bullish)
il DAX, dopo la rottura dell'onda [IV] triangolare di grado SuperCycle, potrebbe aver raggiunto il primo top di onda [1] Primary
mentre l' IBEX spagnolo non sembra distante da un top di grado Primary (in questo caso correttivo)
Tuttavia la borsa che appare più vicina al top, se non l'ha già raggiunto, è quella giapponese, la migliore del 2013; il NIKKEY sembra aver terminato l'onda (c) intermedia impulsiva dopo la rottura del triangolo estivo di onda 4 .
Quanto al nostro FTSEMIB , le perplessità manifestate nell'ultimo post hanno trovato conferma nel movimento di venerdì dove, dopo un iniziale movimento ribassista è seguita una veloce risalita che ha formato un hammer; il pattern non è chiaro e prende piede lo scenario alternativo di bottom.
I titoli con le impostazioni rialziste più interessanti sono elencati alla pagina HOT LIST .
Buon trading ... e prudenza, è pur sempre un bear market rally.
ElwaveSurfer
post pubblicato su PART TIME TRADER, blog affiliato a WALL STREET ITALIA
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