Il mercato, tra il precipizio e i Monti.
In questo ultimo scorcio di 2012 siamo nelle mani:
a) del Fiscal Cliff e dell'eventuale jolly che Geithner potrebbe giocare se Obama non riesce a trovare un accordo con i Repubblicani; il Presidente, anche se appena rieletto, non può permettersi un rialzo delle tasse sul ceto medio-basso che l'ha votato nè un potenziale default, e i suoi oppositori lo sanno e tengono duro, ma penso (o forse confido) che i politici americani siano meno disfattisti dei nostri e una soluzione dignitosa per non far saltare la baracca la trovino, se non subito, in un paio di settimane; in caso negativo le conseguenze sui mercati potrebbero essere devastanti.
b) di Mario Monti; è già, perchè piaccia o non piaccia a ciascuno di noi, Monti piace ai mercati e al nostro in particolare che mira ad un suo governo con Bersani autosufficiente da Vendola.
Lasciando da parte la nostra politica (che non mi appassiona ed è imprevedibile) ritengo che non si possa andare da nessuna parte se il mercato USA crolla, non è necessario che salga ma che non crolli.
Perchè dico questo?
Perchè sul piano strettamente tecnico, il nostro mercato ha un potenziale notevole;
si profila una specie di "testa e spalle" rialzista, con un'area di accumulazione formatasi negli ultimi 3 mesi che ha buone prospettive di spingere il mercato al rialzo.
Se da un lato la prima spalla (dal minimo al massimo) è durata 6 mesi, questa potrebbe durare altrettanto ma siccome la profondità è della metà generalmente la rottura avviene prima e potremo anche essere vicini (anzi più tardiamo e peggio è).
Molti titoli stanno disegnando interessanti patterns d'inversione di medio - lungo termine, e alcuni titoli sottili (es: Banca Profilo, Falck, Tiscali, l'Espresso), se dovessero partire, sono capaci di performance eccezionali (pur a fronte di un rischio di perdita altrettanto eccezionale...).
Dalla fine del precedente ciclo rialzista (maggio 2007) potremmo essere in prossimità della giuntura d'acquisto più interessante, migliore di quella dell'estate del 2009 , che peraltro fu il classico "V bottom" che pochi sono riusciti a cogliere.
A questo punto ci sono due strategie possibili per chi non è già dentro come il sottoscritto:
1°) se il mercato ripiega in modo ordinato, acquistare i titoli con la migliore impostazione tecnica e fondamentale (io personalmente uso il rating di VectorVest perchè sulle nostre azioni non è disponibile quello di O'Neil o di Navellier) quando e se lo stocastico daily scendesse ancora verso i 20 E con un ritracciamento non inferiore al 50% del rialzo precedente per quelli in onda 2 o del 38% per quelli in onda 4; questa ipotesi potrebbe verificarsi se il Fiscal va male ma non troppo;
2°) se il mercato non ripiega e rompe subito al rialzo, comprare sui breakout delle congestioni (*); ipotesi possibile se il Fiscal viene risolto entro il 31.
Comunque ricordiamoci sempre che, fino a prova contraria, il trend di lungo termine è ancora ribassista e che, per ora, NON SIAMO IN UN BULL MARKET CICLICO.
Qualche autorevole e stimato analista considera questa fase come quella del 1995-1996; me l'augurerei (visto cosa successe da gennaio 1997 al 1999) ma non sono d'accordo; in quel contesto il mercato era in un ciclo di lungo rialzista e proveniva da un rialzo più strutturato e potente di questo e il pattern che formò (un saucer) era da manuale e anche un neofita (a quei tempi) come me riusci' a interpretarlo correttamente.
Una cosa per volta, intanto vediamo se rompe e se riusciamo a salirci in tempo con prezzi decenti per evitare un eventuale stop da pullback, poi una volta saliti se sarà un trend dignitoso tutto diventa più facile, si alza lo stop.... e si spera (per i laici) o si prega (per i credenti).
Buon fine settimana e Buon Anno!
ElwaveSurfer
PS: (*) Molti sono restii a comprare sui breakout perchè, dicono, il mercato è in ipercomprato;
non esiste nessuna situazione iper, o meglio qualsiasi ipercondizione può durare settimane ed anche mesi;
l'acquisto sulla rottura delle congestioni laterali è il più vecchio degli approcci, è una tecnica trend following che famosi trader hanno utilizzato e utilizzano con successo (Livermore, Darvas, O'Neil per citarne alcuni) e la cui forza consiste nell'entrare sul mercato quando l'ultima linea di resistenza dei ribassisti è stata sconfitta e (salvo eventi esogeni) non c'è più nessuno disposto a vendere;
ovviamente:
> non tutte le congestioni sono uguali; ottime il CwH , i triangoli ascendenti, i saucers; decenti i flats e i threes; meno convincenti le flags e i wedges; e il comportamento dei volumi è decisivo;
> ci sono periodi nei quali non funziona, gli ultimi 2 mesi sul mercato Usa ad esempio, ma per chi è scettico si guardi alcuni esempi nella pagina Portafoglio (Banca Generali e Indesit in primis, che sono ancora lì che salgono...anche senza di me che le ho vendute!) o nell'altro mio sito (es: RGLD, CHS, WAC, ecc...);
> la parte tecnica è indispensabile ma conta zero senza un buon money management e una corretta gestione psicologico-comportamentale della posizione; senza stop loss o profit taking e un adeguato dimensionamento della posizione, il trading è uno stillicidio o un suicidio.
> la parte tecnica è indispensabile ma conta zero senza un buon money management e una corretta gestione psicologico-comportamentale della posizione; senza stop loss o profit taking e un adeguato dimensionamento della posizione, il trading è uno stillicidio o un suicidio.
Un approccio meno grezzo e più raffinato è quello di Chris Kacher che, con il pocket pivot, cerca di anticipare il breakout di una congestione, per entrare con un prezzo più basso e con uno stop meno rischioso, ma questa è un'altra storia...